«Dovremo avere la capacità di cambiare. I teatri sono luoghi dove la comunità si ritrova, si sta in contatto, pubblico e artisti, e sono stati travolti. Sono chiusi, una ferita terribile. Non voglio essere catastrofista ma bisogna essere realisti. Dobbiamo guardare avanti e ci stiamo tutti rompendo la testa per trovare soluzioni», dice Francesco Giambrone, presidente dell’Anfols, che riunisce le 12 Fondazioni lirico-sinfoniche (tranne la Scala e Santa Cecilia che hanno uno statuto speciale), e sovrintendente all’Opera della sua città, Palermo. «Martedì ci riuniremo tutti in videoconferenza».
Di cosa discuterete?
«Delle ipotesi di ripresa. E’altamente improbabile che quest’estate ci saranno spettacoli all’aperto. Ci stiamo avviando alla Fase 2, una prima riapertura che presumo avverrà in autunno. Ci confrontiamo con una situazione inedita, il virus ha infettato tutto ciò che ha a che fare con le relazioni sociali».
Cosa si potrebbe fare?
«Si può mettere l’orchestra in platea e alcune decine di spettatori nei palchi; si può accentuare lo streaming, a pagamento, ma non è uno strumento…Continua a leggere sul sito www.corriere.it